Via Festa del Perdono è occupata da un plotone di Caschi Blu in tenuta antisommossa che tenta di evacuare una casa okkupata da giovani no-global. Le Nazioni Unite non c'azzeccano, è la divisa d'ordinanza, firmata Roberto Cavalli, suppongo. Sembra di stare in un film di Ken Loach e poco importa che i muri delle case siano imbrattate da scritte sibilline: "No alla guerra imperialista USA. Ritrovo Deposito Bulk. Via don Sturzo".
E' difficile ricondurre tutto questo all'effetto-Giuliani: ancora più arduo sceglierne uno tra Rudolph e Carlo. Questo clima salazarista di camionette ad ogni incrocio attrae i passanti, li costringe a placare la frenesia quotidiana di questa Milano "Born to Run". Chissà, poi, dove corrano sempre così di fretta i milanesi, incravattati nelle ventiquattrore, all'uscita dalla metropolitana e dai Mc Donald's?
"Craxi torna" recita un altro nostalgico Murales, mentre intorno a me s'affanna quello che resta degli yuppies di socialista memoria: art director e copywrighter, da buoni creativi, dipingono stronzate verbali mica da ridere all'interno del Caffè Magenta e mi fanno rimpiangere i favolosi Hot-Dog ed il clima decadente del vecchio Bar Ciardi, quando ancora potevo godermi una sigaretta in santa pace. Già, perché Sua Maestà Girolamo Sirchia pare aver contagiato anche la fauna perbenista della metropoli: estrarre una Lucky in questo posto equivarrebbe a spacciarsi per un palestinese ad Hebron; a dichiararsi di sinistra nel mio paesino del Comasco, dove tutti si proclamano "padani" ed ostentano Valpolicella, Cazzoeula e "Danè" come indice della propria virilità.
Raggiungo stremato la stazione di Cadorna, la stessa che
ogni mattina mi eiacula come uno spermatozoo nelle viscere
di questa adorabile, patetica e peripatetica città.
Johnny 99